Descrizione Progetto
Luis Buñuel. Dio, la donna e l’enigma
È un saggio sul cinema di Buñuel, un mostro sacro, uno dei più grandi registi del Novecento, se non il più grande.
Prima di affrontare il saggio, avevo del personaggio Buñuel una conoscenza molto superficiale, legata alla visione dei suoi film più noti come “Bella di giorno” e “Quell’oscuro oggetto del desiderio”.
Poi mi si è spalancato un mondo.
Il regista era letteralmente ossessionato dalle forme del culto cattolico e dai simboli della religione, cui ha attinto abbondantemente, ma non si può non affermare che egli è un ateo, un pagano del ventesimo secolo e come tale la sua visione è condizionata da una totale e assoluta negazione dei valori trascendenti della vita.
La sua ossessione per la religione ha comportato che l’ambiente storico e sociale di moltissimi suoi film risulta essere profondamente legato al Cattolicesimo, al punto tale che i fatti che vi accadono e i personaggi che vi agiscono non potrebbero esistere e avere un senso se non in un paese cattolico: pensiamo alla Spagna di Viridiana e Tristana o al Messico di Un angelo sterminatore.
Religione ed erotismo vanno spesso di pari passo, essendoci un richiamo comune alla morte.
In questa visione confluiscono sia le influenze surrealiste, sia i modelli culturali spagnoli, sia motivi e ricordi autobiografici.
L’Eros, finalmente liberato dalle censure, esplode soprattutto dove è maggiore il senso della proibizione.
Diventa così principio vitale e nello stesso tempo fine, forza devastatrice che porta alla distruzione e spinta verso Thanatos.
Spesso lo stesso Buñuel ha riconosciuto che, senza la sensazione del peccato, non esiste intensità nel desiderio, o meglio che quest’ultimo scaturisce dall’oppressione imposta da Cattolicesimo con le sue censure morali.
La donna viene vista dal regista quasi sempre come oggetto del desiderio, anzi oscuro oggetto del desiderio, come destinataria di pulsioni, di fantasie sessuali, di perversioni.
È sempre l’occhio maschile che indugia, svela, osserva e indaga il corpo femminile.
È solo in Bella di giorno che l’ottica cambia e Buñuel cerca di rappresentare l’immaginazione di una donna, Severine, i suoi sogni, le sue fantasie sessuali.
Severine viene condotta attraverso l’oscuro mondo della prostituzione, della perversione, della necrofilia, nell’apparente tentativo di rimediare al suo fallimento di donna che non riesce ad appagare sessualmente il marito.
Il cinema di Buñuel presenta un livello di ambiguità e di complessità particolarmente forte, soprattutto nei film della maturità, realizzati attraverso un’integrazione continua di immagini oniriche, inconsce, allucinatorie, con altre immagini legate alla realtà.
Non è dunque, quello di Buñuel, un cinema di certezze, né per chi lo fa, né per il destinatario, perché lo spettatore è chiamato in causa con il suo bagaglio di credenze e di valori.
Uno dei film più complessi e ambigui è L’angelo sterminatore, con una forma esplicitamente surreale sia nell’assunto di fondo che nell’accumulo di simboli e segni che determinano lo svilupparsi dell’azione in una veste irrazionale fortemente correlata ai meccanismi onirici.
Non a caso del film si possono dare mille e una interpretazione, da quella politico-sociale, a quella psicanalitica, a quella letterale.