Descrizione Progetto

Il mito di Dracula

Il vampirismo appartiene a quel mondo mitico in cui le paure primordiali dell’uomo si condensano e trovano una forma, un modo per esprimersi, andandosi ad oggettivare anche in creature razionalmente improbabili.

L’immagine del vampiro infatti, ha vinto una delle paure più grandi e ataviche dell’uomo, la paura della morte, perché il termine vampiro si riferisce ad un uomo morto che torna in vita bevendo il sangue dei viventi e ha superato così i limiti temporali e geografici, diffondendosi tra gli uomini consci che il male, comunque vogliamo intenderlo, ha sempre un volto.

E, in effetti, il vampiro ha realmente conosciuto l’immortalità, grazie al suo mito giunto fino a noi tramite la letteratura e il cinema, e anche perché il vampiro,nelle sue varie forme che dai miti della classicità giungono al folklore, è sempre riuscito a riemergere dal suo mondo oscuro grazie alla complicità dell’inconscio e con il potere dell’incubo che simbolicamente coagula nella sua figura le ansie e le paure dell’uomo.

Il percorso del saggio va dalle origini del fenomeno, accuratamente documentate, ai rapporti tra vampirismo e antropologia, che evidenziano un sostrato  folklorico arcaico nel quale esisteva la credenza del ritorno possibile dei morti, in un universo in cui i morti non morivano ma passavano ad uno “stato altro”, tra vampirismo e religione, e tra vampirismo e psicanalisi.

Nel capitolo “Vampirismo e Letteratura”, viene descritta la nascita del vampiro letterario, con il passaggio dal folklore alla letteratura romantica e gotica, attraverso l’analisi critica delle opere di Polidori, Le Fanu e Stoker.

Particolare attenzione è stata dedicata al romanzo di Bram Stoker, Dracula, diventato poi famosissimo e che ha rappresentato, attraverso la figura del conte Dracula, il vampiro per antonomasia.

Ma, credo che la parte più innovativa e interessante del saggio la troviamo nel capitolo “Vampirismo e Cinema” nel quale, dopo una breve storia del cinema di genere vampirico, a partire dall’Espressionismo tedesco fino ad arrivare ai nostri giorni, vengono analizzati sei film :Dracula di Murnau, Nosferatu, il principe della notte di Herzog, Miriam si sveglia a mezzanotte di Scott, BramStoker’s Dracula di Coppola, Intervista col vampiro di Jordan e infine The addiction di Ferrara.

Si tratta di un’analisi che spazia da quella più squisitamente filmica a quella socio-politica, a quella psicologica, a quella psicanalitica.

Dall’analisi del film Nosferatu, il principe della notte:

Werner Herzog scrisse e diresse il film Nosferatu, il principe della notte, che uscì sugli schermi nel 1978, rifacendosi all’opera di Murnau del ’22.
Non è il suo un semplice “remake”del film cult dell’espressionismo tedesco, non è una riproposizione banale e rassicurante di un film sul mito del vampiro tradotto per la sensibilità contemporanea: è qualcosa di completamente nuovo e originale, anche se pensato in continuità con il romanzo di Stoker e il film di Murnau.

Per Murnau, il Nosferatu, il non-morto, era simbolo dell’irruzione violenta di un elemento irrazionale nel tessuto della realtà borghese ottocentesca, capace di opporre alla buona educazione e alla facciata ipocrita di quel mondo una forza eversiva incontenibile.
Come in uno specchio diabolico, il vampiro, nel capolavoro di Murnau, riflette l’immagine della crisi irreversibile in cui versava la classe media europea, consapevole dell’esaurirsi del suo ruolo storico.
Herzog, da sempre ossessionato dal lato oscuro della borghesia del ventesimo secolo, non poteva non essere attratto dalle immagini del film di Murnau, al punto da volerne realizzare una sorta di remakecon un atteggiamento reverenziale nei confronti del maestro del cinema espressionista tedesco.
Eppure egli non si limita al semplice rifacimento dell’opera del suo illustre predecessore, ma trova, anche se nel rispetto quasi assoluto dell’opera di Murnau, una sua ulteriore nuova dimensione.
Per Herzog infatti, Nosferatu diventa quasi una rivelazione messianica e misteriosa, una figura arcana la cui immortalità si trasforma nella condanna ad una solitudine senza fine.

Il vampiro assume così una dimensione tragica, quella di un essere condannato a sopravvivere al suo grandissimo bisogno d’amore e rappresenta, anche grazie alla splendida interpretazione di Kinski, in modo emblematico, la tristezza del male, o, come direbbe Teti, la malinconia del vampiro.

Tre sono gli elementi nuovi rispetto al modello a cui si ispira Herzog, come scrive Murizio Fantoni Minnella: il primo è la malinconia crepuscolare del protagonista, Nosferatu-Kinski, il secondo è il finale in cui il male non viene debellato ma assistiamo solo ad un passaggio di poteri, il terzo è di carattere stilistico e segna il passaggio dal linguaggio espressionista del muto ad un naturalismo quasi classico…

Il segno della genialità del regista si coglie fin dall’inizio: i titoli di testa scorrono sovrapponendosi a mummie, con il sottofondo delle musiche originali della band tedesca dei Popol Vuh.
Vengono mostrati al pubblico gli autentici corpi mummificati del cimitero di Guanajuato, la cittadina messicana ove si verificò un terribile terremoto e dove, grazie al clima arido, i cadaveri si sono conservati senza alcun bisogno dell’intervento umano.
Si tratta di cadaveri di persone morte a causa dell’epidemia di colera successiva al terremoto e conseguentemente seppellite in fretta, senza accertarsi della morte effettiva.
Per questo le mummie di Guanajuato, oggi esposte in un museo, presentano posizioni contorte e volti sconvolti, provocando nel visitatore una sensazione di mistero e di angoscia.
La macchina da presa si sofferma sui volti dalle espressioni raccapriccianti, sui corpi immobili e contorti: procede lentamente perché l’obiettivo non è quello di suscitare terrore o ribrezzo, ma piuttosto di invitare alla riflessione sulla drammaticità della morte.
In breve i fotogrammi cimiteriali cedono il posto all’eleganza del volo di un pipistrello, virato in blu-azzurro e addolcito dal ralenti.
Subito dopo vengono inserite le sequenze dell’incubo di una giovane donna che ci riporta al tema tradizionale del vampiro rappresentato da un pipistrello che vola mentre la donna dal volto pallido si risveglia e viene confortata dal marito…

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